Erano almeno otto anni che nelle aule di trading sentivo dire da Jorg Manetti che saremmo arrivati alla crisi in questo periodo. Non ci credeva nessuno otto anni fa. Io sì e mi sono preparata (grazie Jorg). Non sono una sua buona allieva perché, correndo sempre per rincorrere le mie mille idee, mentre ne concretizzavo altre cento, non ho seguito esattamente i suoi consigli e sinceramente la sera ero stremata per mettermi nuovamente al pc. Ho preferito le coccole dei figli e del marito 🙂 

In questo momento di crisi invece, chi non aveva avuto sentore o aveva preferito ignorare le “dicerie” sul tema, si sente come il bambino che si sorprende che la maestra gli abbia messo un cinque, pur sapendo di non aver studiato, ma avendo sperato di “sfangarla” (come dicono i ragazzi di Roma).

 E’ interessante notare che nei primissimi momenti della crisi ci sia stato un incremento delle attività superflue. Si è incrementato lo shopping, le iscrizioni in palestra, il parrucchiere, gli acquisti a rate della macchina, degli elettrodomestici, quasi gesti scaramantici per fare finta che non stesse accadendo nulla di diverso rispetto al passato. Poi un giorno si arriva ad avere la difficoltà nel pagare le rate che si accumulano, si nota il portafogli che non si rimpingua e si inizia ad avere paura. Allora  si inizia a non andare più così frequentemente a teatro, si rinuncia all’appuntamento fissato per un piacevole massaggio e si fa attenzione al prezzo del supermercato. I fruttivendoli ancora non hanno capito che stanno giocando col fuoco… infatti prolificano le frutterie (e le pescherie) dell’enorme business che ha creato quella cooperativa del Bangladesh che si trova ad ogni angolo di Roma ai prezzi… non proprio di una volta, ma certamente  più realistici.

Tutti pensano alla crisi e la identificano con “la fine”: la fine del lavoro, la fine degli investimenti, la fine delle belle vacanze… Nei momenti di difficoltà i primi lavori che saltano sono quelli definiti “superflui”.

Molti in realtà stanno perdendo il lavoro, specialmente coloro che collaborano con le aziende in qualità di consulenti esterni o coinvolti nel marasma dei contratti Co.Co.Co., Co.Co.Pro. e vari altri pollai 🙂

Molti colleghi e amici di questa categoria sono in vacanza forzata. Nei momenti di difficoltà (o anche nel sentore della difficoltà) le aziende congelano i budget e limitano gli investimenti. A volte la crisi arriva prima per alcune aziende che, intimorite, tagliano via proprio quegli investimenti utili alla visibilità e alla sopravvivenza aziendale.

Si tagliano via le spese pubblicitarie, la formazione, la consulenza.

Henry Ford diceva semplicemente “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”. Ma se il nostro orologio è fermo, questo non significa che il tempo non scorra come prima, per noi e per i nostri competitors.

Gerry Scotti, al momento critico del partecipante del programma televisivo, dice “only the brave”, solo i coraggiosi! E’ dai momenti di crisi che può emergere chi ha coraggio, tenacia e… autostima! E se l’azienda, come sappiamo, è fatta di persone, queste possono imparare a gestire (o ottimizzare)  la capacità di diventare coraggiosi, di essere tenaci e di avere quella sufficiente dose di autostima che li porta ad agire ed avere la capacità intuitiva per “vedere oltre”, che è la conseguenza delle precedenti doti.

E’ in questi momenti che i consulenti, i manager che vogliono “riposizionarsi” sul mercato, le risorse umane delle aziende “in crisi”, possono scegliere se ottimizzare le proprie doti oppure arrendersi e soccombere dicendosi che “tanto c’è la crisi”.

Ecco perché alcune testate di economia (Il Sole 24 Ore dedica a questo argomento molta enfasi da qualche mese), convention e seminari  si soffermano sui vantaggi del Coaching oggi. Qui si tratta di rinascere dalle proprie ceneri creando maggiori capacità e incrementando gli skills personali. Si tratta di imparare ad identificare internamente queste qualità e tirare fuori quell’energia che è insita in ogni uomo, per riappropriarsi di un futuro dignitoso. Chi si ferma davanti all’apparenza della crisi si sentirà perduto, finito, rinunciando a questa opportunità di lavorare su se stessi per riposizionarsi al meglio, ignorando che alcune aziende, lungimiranti, sono consapevoli del valore che oggi si ottiene con l’affiancamento al proprio team di una risorsa senior e ben formata in azienda, per un domani da leader.

 

 
 


 

 

 

Alessandra Vicario per Yes Coaching










2 Response Comments

  • beny  23 Maggio 2009 at 19:01

    Questa crisi profetizzata da tempo ci fà sentire forte il sapore dell’amaro da bile. Circa sette anni fà ricordo un surriscaldato incontro con un membro del fai tutto facile anche se non puoi, fai altrimenti resti indietro, fai per te non pensare agli altri. Ricordo solo di avere detto che pur lasciando ad ognuno la libertà di scelta questo modo di pensare avrebbe portato molti nella disperazione più totale e non sarebbe mai stato condiviso da me. Per tale ragione sono stata derisa accusata di non avere capacità “impreditoriali”di non essere adeguata ai tempi. Lo ricordo non per le accuse, ma perchè simili predicatori hanno diffuso false informazioni solo per il personale tornaconto di pochi, calpestando la dignità di tanti. Oggi molti si sono resi conto dell’agguato in cui sono stati coinvolti e cominciano a pensare, alcuni sono distrutti dalla disperazione, ma parecchi sanno che non si può stare a guardare. Questo movimento mi rende fiduciosa. Se guardo al mio quotidiano economico o al prossimo futuro lavorativo che sembra scomparire non posso certo gioire ma bisogna reagire, con grinta dichiaro che non mi arrenderò e non permetterò che i diritti conquistati dai nostri padri e da noi generazione di cinquantenni vengano distrutti da mostri del potere e dell’ossessivo egoismo. Un mondo costituito da percentuali elevate di equità sociali non può che essere un mondo veramente MIGLIORE.

  • Vincenzo S.  19 Luglio 2009 at 23:15

    Ho capito che solo chi crede nelle proprie potenzialità e non resta fermo a guardare può restare in piedi.
    Come avevi suggerito, ho usato la crisi per lavorare su me stesso e sulle mie dinamiche limitanti. Questo mi ha aiutato a capire che avrei potuto avere di più. E ora ho fatto un salto di qualità nella mia carriera. Grazie ad Alessandra e alla sua prorompente energia. Lei ha creduto in me più di quanto ci credessi io.

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