Ti è accaduto di incontrare una persona con molti soldi e pensare male di lei? Oppure ti è accaduto di vedere persone che parlano affettuosamente tra di loro con una buona dose di complicità  e sentire disagio? Sono tanti gli esempi che potrei portare.
Si invidiano le persone per tante situazioni differenti.
Si invidiano perché hanno trovato un lavoro ottimo… e noi no. Perché hanno raggiunto un buon equilibrio personale e noi no.  Perché loro hanno avuto figli e noi no. Perché hanno un armonioso rapporto di coppia… e noi no. Perché hanno una bella casa e noi no!
Perchè, perchè, perchè perchè…..

L’invidia è un sentimento dannoso, che purtroppo si  riscontra in molte persone. L’invidia crea una sorta di velo, un’ombra che copre la luce di una potenziale serenità.

Mi accade a volte di ritrovarla in alcuni clienti che affianco nel coaching. Non è insolito notare che questi sono  così pieni di sentimenti negativi, che creano  un sostanziale “auto- rallentamento” verso una vita appagante. Chiedono di effettuare una buona crescita personale e poi si trastullano in giudizi sugli altri, spostando il focus da loro stessi verso gli altri. In genere infatti chi prova una forte invidia per gli altri, tende a non vivere una vita propria, ma ha BISOGNO di tenere il focus della realtà quotidiana all’esterno.  La dinamica che mettono in atto in questi casi è di spostamento di responsabiltà della loro mancata felicità: da loro stessi agli altri.

Perchè desiderare che la persona ricca perda i suoi soldi e mandare pensieri orrendi?
Solo perché  noi non abbiamo abbastanza denaro

Perchè desiderare che la coppia felice si “scoppi”?
Solo perché siamo single o abbiamo un rapporto insoddisfacente?

Perché emettere giudizi sgradevoli su chiunque abbia ottenuto qualcosa in più, rispetto a noi?

Pensaci:  credi che la gioia di qualcun altro  possa minare la tua realtà, solo perché ha fatto scelte differenti dalle tue?

(…Continua)

Alessandra Vicario per Yes Coaching

One Response Comment

  • Diego A.  25 Settembre 2010 at 07:30

    Il problema in questo caso è che i parametri utilizzati per la propria felicità, di fatto creano infelicità in quanto eterocentrati.

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